
Sviluppare i collaboratori del futuro
Fabio lavora con le organizzazioni per sviluppare strategie e ambienti di apprendimento che consentano alle persone di prosperare in uno scenario lavorativo non molto distante.
Perché questa è una sfida importante?
Si prevede che in futuro il modo di lavorare sarà significativamente diverso da oggi. I millennials costituiscono una parte crescente della popolazione occupata e portano con sé una nuova prospettiva sul lavoro. L’integrazione tra professione e vita privata sta diventando una priorità, le persone vogliono che i valori delle loro organizzazioni siano allineati con i propri e chiedono ore e luoghi di lavoro flessibili. Il 65% dei millennials afferma addirittura che sarebbe disposto ad una riduzione dello stipendio in cambio di un lavoro che considera interessante e coinvolgente.
Anche le piattaforme per la comunicazione cambieranno. Con il lavoro in team da remoto che diventa sempre più comune, si stanno spostando le preferenze in merito a come dovrebbero verificarsi la comunicazione e lo sviluppo. Ad esempio, si prevede che la videoconferenza supererà l’uso delle email come strumento di collaborazione preferito.
Le organizzazioni devono rapidamente prepararsi a soddisfare le esigenze della futura forza lavoro e assicurarsi di attrarre e mantenere i prossimi talenti. Le soluzioni di apprendimento che fanno leva sulla tecnologia digitale per imparare in modo interattivo e sociale stanno diventando una componente fondamentale dei programmi di formazione e sviluppo. Soltanto se questi programmi saranno considerati significativi dai partecipanti per la loro crescita professionale potranno assicurare impegno, motivazione e sviluppo.
Quali problemi Fabio aiuta a risolvere?
-
“Abbiamo bisogno di supporto per mantenere impegno e motivazione nei nostri team remoti”
-
“Non abbiamo mai lavorato con soluzioni digitali prima”
-
“C'è un divario significativo tra i nostri dipendenti più giovani e più anziani”
-
“Dobbiamo lanciare un programma di apprendimento digitale su larga scala”
-
“Molti dei nostri nuovi assunti lasciano entro sei mesi”
-
“Abbiamo bisogno di sostegno per muoverci verso una struttura di leadership più appiattita”